Negli ultimi anni il tema della salute mentale sta assumendo sempre più importanza nella società occidentale. Benché il suo triste successo si ricolleghi all’emergere della pandemia da Covid-19, la situazione non era rosea neppure prima.
In Europa infatti, prima della pandemia, 84 milioni di persone - circa 1 persona su 6 - soffriva di disturbi mentali. Secondo la ricerca “Headway 2023 - Mental Health Index”, erano circa 165 mila le morti all’anno dovute a malattie mentali o suicidio, un numero che posizionava le condizioni di salute mentale al quinto posto tra le cause di morte più comuni e al secondo posto tra le malattie non trasmissibili più invalidanti.
E che la salute mentale fosse un tema cruciale per i giovani, lo dimostra il fatto che questo sia uno degli Youth Goals - ovvero uno dei risultati del processo di dialogo con oltre 50.000 giovani a livello europeo avvenuto ben prima della comparsa del virus covid-19.
In quell’occasione, i giovani hanno evidenziato come i media offrono immagini di vite perfette e standard di felicità o perfezione che fanno sentire i giovani spesso inadeguati al confronto. Anche l’istruzione formale, secondo molti giovani, è fattore di stress e ansie: troppo concentrato sul rendimento e sulla competizione tra studenti, favorisce un ambiente ad alta pressione e aspettative di carriera molto elevate. Di contro, i giovani trovano difficile assicurarsi un lavoro e una carriera che soddisfino queste aspettative, sentendosi così insicuri nell'attuale clima economico. Questo, a cascata, influisce sulla loro possibilità di diventare indipendenti dalla famiglia, creando ancora di più un senso di frustrazione e inadeguatezza.
A peggiorare la situazione ci ha pensato un gruppo di organismi di natura non cellulare e di dimensioni submicroscopiche costituiti da un acido nucleico rivestito da un involucro proteico incapaci di una sintesi proteica autonoma e perciò caratterizzati dalla vita parassitaria endocellulare obbligata, in altre parole un virus, che tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, da qualche parte in Cina, ha deciso di modificare significativamente la vita quotidiana di ognuno di noi. E tra la scoperta di nuovi social network, la ricerca disperata di mascherine e persi tra gli alambicchi di “teorie” tutt’altro che scientifiche sui vaccini, la salute mentale di tutti, ma soprattutto dei giovani, veniva messa a dura prova.
Si calcola che oggi, in Italia, il 20% soffre di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione – un dato che supera quello della media europea. Alla difficile situazione del nostro Paese in tema di salute mentale, ora fotografata dallo studio Headway – Mental Health Index 2.0 realizzato da The European House – Ambrosetti, concorrono fattori contingenti, come la pandemia di COVID-19, le conseguenze della guerra in Ucraina e i flussi migratori, così come avviene nel resto del continente. Ma anche fattori peculiari della nostra società, come le condizioni abitative, precarie per un quinto circa della popolazione, o la mancanza di spazi verdi.
Tuttavia, lo scorso Giugno ha rappresentato un momento importante per il tema della salute mentale in Europa. Nel rispetto dell'impegno assunto dalla presidente von der Leyen nel discorso sullo stato dell'Unione del 2022, la Commissione intende affrontare con un nuovo approccio globale il tema della salute mentale. In particolare, con 20 iniziative faro e 1,23 miliardi di € di finanziamenti UE da diversi strumenti di sostegno, la Commissione aiuterà gli Stati membri a mettere al primo posto le persone e la loro salute mentale.
Questa impostazione rappresenta un primo passo importante per porre la salute mentale sullo stesso piano della salute fisica e per garantire un nuovo approccio intersettoriale ai problemi di salute mentale.
L’azione dell'UE nel settore della salute mentale si concentrerà su tre principi guida:
Questo approccio globale osserva la salute mentale attraverso tutte le politiche per riconoscere i molteplici fattori di rischio delle patologie mentali. In base a tale approccio le azioni concrete verteranno su un ampio spettro di ambiti di intervento e comprenderanno sforzi volti a:
In Italia, il documento che in materia definisce gli obiettivi di salute per la popolazione è il Piano di azioni nazionale per la salute mentale (PANSM), elaborato dal Ministero della salute, in collaborazione con il Gruppo tecnico Interregionale Salute Mentale (GISM) della Conferenza delle Regioni.Nel nostro Paese, la rete dei servizi per la salute mentale fa capo al Dipartimento di salute mentale (DSM), che costituisce proprio l'insieme delle strutture e dei servizi incaricati dell'assistenza e della tutela della salute mentale nell'ambito del territorio, definito dall'Azienda sanitaria locale (ASL).
Tra questi servizi, il Centro di Salute Mentale è il primo riferimento per i cittadini con disagio psichico. Esistono poi Centri Diurni, strutture residenziali, Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura e Day Hospital, ma anche Cliniche universitarie e case di cura private.
Le informazioni sulle varie strutture sono riportate sul sito del Governo, che presenta una sezione appositamente dedicata al tema della Salute Mentale.
All'interno del sito sono disponibili indicazioni utili in merito all'assistenza sanitaria e riferimenti nazionali e internazionali relativi al tema.
Insomma, da quello che sembra, l’Europa ha finalmente preso in carico il problema ma, d’altronde, dopo i difficili anni del Covid, non poteva essere altrimenti. Sarà vera gloria?